sabato, febbraio 24, 2007

Canis Canem Edit














30% di gioco completato. Più di cinque ore passate a pilotare un quindicenne opportunista ma simpatico tra le insidie di un collegio di second'ordine. Scazzottate, gare in bici, scherzi di Halloween. Bacetti alle ragazze e soft drink per recuperare le energie spese in missioni e reati minori.

Una considerazione:la Rockstar Games è la prima società attiva nel settore dell'intrattenimento video-ludico ad esprimere una forte consapevolezza sul fatto che i videogiochi sono il rock'n'roll di questi anni. Non sono solo il nome, i temi trattati o le campagne di marketing ma anche l'uso della controversia come "lubrificante" per attirare l'attenzione dei media. C'e' da ricordare che con "Bully" hanno dovuto fare ben poco: c'era un vespaio pronto a scatenarsi (come noto, mancando il bersaglio di parecchi metri) sulla base di un comunicato stampa che descriveva, per sommi capi, ambientazione e trama.

Bully, oltre a un’esperienza di gioco davvero superba, offre una caricatura della rigida compartimentazione sociale degli istituti di educazione secondaria statunitense (alla Porky’s o alla Rivincita dei Nerd) imbattibile.


Illustrazione: Mike Kelley "Study for Repressed Spatial Relationships Rendered as Fluid, No. 6 St. Mary's Church and School Cry Room in the Sky"