sabato, luglio 25, 2009

manna


Che gusto Drag Me to Hell: fa il suo mestiere. E il suo mestiere è trascinarmi attraverso lo schermo nella dimensione parallela in cui sono quindicenne, intrappolato in una lunghissima e immobilissima estate piena di VHS. Film con una bizzarra fissazione per il cavo orale - che Raimi non ci aveva mostrato appieno - e una passione per fluidi organici miasmatici di cui sapevamo già. Un super B per cui non si sarebbero spese le parole del LA Times "With that fire in his belly, Raimi's Drag Me to Hell does everything we want a horror film to do: It is fearsomely scary, wickedly funny and diabolically gross" o del New York Magazine "Truly, this is manna from hell" se non fosse che, si sa, il genere horror è in declino: vero i film non sono potenti e pop come negli anni 80 e certamente pochi si sognano di riuscire a fare satira o critica sociale usando mostri come sarebbe potuto accadere nei 70 ma è anche vero che il genere è disceso nelle fibre di moltissima produzione visiva mainstream.

La prima volta che ho realizzato la transizione fu durante i primi anni 90 e specificamente durante la prima visione del videoclip dei Prodigy "No Good (Start the Dance)” che ardkore!, che spaghetti!, che pop! - che scalava le classifiche esoticizzando in pochi minuti la natura trasgressiva delle feste illegali da cui discendeva quel suono meraviglioso: regia, luci, montaggio immaginavano una versione iper-cinetica e funky (ma ancora ansiogena) dell'horror per un pubblico esteso. Da allora in poi è praticamente impossibile indicare tutti i cliché e le suggestioni horror che ci capita di vedere ovunque. Il genere si è sciolto come una pastigliona velenosa nelle tubature dell'acqua potabile.

martedì, luglio 07, 2009

safari

Quindi cosa ci resta da fare, se non attendere con trepidazione le prossime puntate (se vuoi, spallate) di un necessario decorso che potrebbe avere la melassa dei viali del tramonto se non fosse il morbo, deabilitante e imbarazzante, che conosciamo tutti. Potrebbe essere una storia interessante, ci potrebbe essere il make-up che cola come sul lido di Morte a Venezia, l’improbabile presa di coscienza con lacrime di coccodrillo del satiro âgé. Ombre sul G8: pare pronta una foto del premier con il pisello di fuori.  

martedì, giugno 30, 2009

mordant music

tornando a casa orecchio 4 impiegati dell'amsa discutere sulla morte del re del pop: il più loquace sosteneva fosse dovuta all'ingestione di quantità elefantiache di farmaci per il trattamento dell'asma. la lista dei brand riportata dai quotidiani scandalistici, il giorno dopo il decesso, sintetizzava le addiction dei protagonisti di Lunar Park e House MD, quei duelli metallici di consonanti che ti farebbero venire voglia di spiare un focus group per la delibera dei nomi di ipnotici e antidolorifici.

sabato, maggio 09, 2009

séance


si è consolidato come "genere narrativo" vero e proprio del mondo blog il post in cui l'autore lamenta la difficoltà di mantenere vivo o regolare l'aggiornamento dei contenuti. In effetti questa piattaforma è per me più interessante quando tace per tanto, quando diventa materia inerte, quando necessita una terapia d'urgenza. Ma, bisognerà trovare una via di mezzo da qui a quest'estate...

domenica, gennaio 18, 2009

riff is king

Lunghe passeggiate e cattive mezzore sui mezzi pubblici questa settimana. Quindi tanta musica dance dalle cuffie penose dell’Ipod. Per impartire la cadenza ai tragitti. Stranamente non molto delle label preferite – Rekids, Innervisions, Philpot e una manciata di altre – ma tanti mixati di Dave Clarke, X-Press 2 fino a Little Louie Vega e altri. Sarà quest’anno la resa dei conti tra quella forma mentis che chiamano minimal e il revenant deep house? La minimal inizia a fare acqua addirittura nella roccaforte Berlino: a fronte di una sorprendente capacità di rinnovamento della sacra trimurti, principessa dei cachet, Hawtin/Villalobos/Luciano, il medio-livello ha ormai raccontato il raccontabile; nella nuova deep può succedere molto se si riuscirà a scavalcare classicismo e purismo. E Londra continua a guardare? Sarebbe bello capire cosa si dice in questo evento super-interessante ma l’impressione è che l’hardcore continuum non riesca più a spezzare la maledizione della doppia insularità nonostante diverse gemme bassline house e una funky, per ora, promettente solo quando descritta. L’irradiarsi del d’n’b nel 93 e nel 96 sembra, oggi, cosa di un’altra galassia.

domenica, gennaio 11, 2009

L'Informe


Dice Alan Licht nel riepilogo 2008 di The Wire: "Dopo che Barack Obama è stato eletto Presidente degli Stati Uniti d'America, ho visto una spilla della campagna del partito Repubblicano con su scritto Nope (una presa in giro dello slogan dei Democratici Hope). Mi ha colpito il fatto che siano usciti due libri sulla No Wave quest'anno, per non dire il No Fun festival...non per dire che lo spirito del noise, spesso interpretato come antagonista sia sullo stesso livello della mentalità "just say no" che ha animato gli ultimi otto anni di predominio repubblicano. La frase del giorno, come confermato dal discorso di accettazione di Obama è "Yes, we can" mi chiedo se guarderemo al decennio passato come quello del "No" e al futuro come quello del "Si".

Si, forse si. Non ho avuto grande interesse per il neo-noise statunitense, uno dei maggiori vettori della musica indipendente sotto amministrazione Bush. Una scena che, da un lato, ha mandato a memoria la lezione del post-industriale con le sue edizioni limitate e formati da collezionismo (si pensi al ritorno della audio-cassette) per contrastare a forza di feticismo il crollo verticale nelle vendite dei CD e, dall'altro, è rimasto incollato all'idea per cui l'assenza di grammatica e sintassi della musica pop - siano esse strutture strofa/ritornello/coda, una pur approssimativa perizia strumentale o quant'altro - sia un punto di partenza intrinsecamente interessante. Se vogliamo un punto di vista implicitamente critico (ma sostanzialmente puerile) per cui l'essere vistosamente inadatto a prendere parte all'industria dell'intrattenimento corrisponde a uno statement sull'industria dell'intrattenimento. In realtà, è uno sturm und drang formalizzato in maniera così ferrea e retrò da non aver consentito nessun tipo di evoluzione del genere, che sostanzialmente si dibatte tra umorismo fecale, feticismo Dungeon & Dragons e B-movie. Ovviamente il mio imprinting Ramones mi ha lasciato un certo gusto per l'infinatemente uguale a se stesso e, infatti, trovo alcune cose di Wolf Eyes, Prurient, Hair Police, Nautical Almanac e qualcun altro molto ben fatte. Ma anch'io aspetto che la musica indipendente (e magari anche la scena noise) entri nella sua fase YES. Forse iniezioni di Yoko Ono...

lunedì, dicembre 08, 2008

play


Scoperchiato il nuovo Playboy italiano: il primo numero è nelle edicole a dicembre, ma è un anticlimax: sarebbe stato bello un debutto affidato a cronisti più libidinosi, con più carne, più cibo, più avventura e invece - per ora - si assesta nel tran tran delle maschili. Nemmeno, tutto sommato, in prima linea. Che triste, ad esempio, il servizio con la bona-TV Caterina Murino fotografata "con classe" tra allusioni allo strip di novesettimanemezzo e pose da escalation pruriginosa Panorama Vs Espresso. E' che l'idea originale di Playboy era "curatoriale": la rivista raccoglieva infinite permutazioni su un modello di donna che potremmo immaginare come il prototipo desiderato da Hugh Hefner. Come se l'immaginario di supporto all'onanismo di un solo erotomane fosse "esploso" nella cultura popolare. Qui, invece, c'è una genericità - tra sezioni grooming e tecno - che puzza troppo di ricerche di mercato, di focus group. E' pur vero che ci è toccato vedere il marchio del coniglietto associato a cose ben peggiori a causa di una incauta e infinita estensione del brand, però come fai a a mettere insieme il sottotitolo "il piacere di vivere da uomo" con il confronto tra smartphone per avere l'ufficio sempre con se? Non potevamo aspettare qualche numero per questa normalizzazione?

domenica, novembre 30, 2008

il vizietto - post festa Vice a Milano


Vice glocal: in US ha cerotti, pistole, tette delle MILF, la monnezza bianca, le bibbie, il metallo pesante, terry richardson sempre con la minchia di fuori, i tattoo da galera, i teschi e i mozziconi di sigaretta e via dicendo; in Italia può aggiungere l'amarcord /pastiche po-mo italo un po' diretta dall'Aquafan di Riccione, video di Sabrina. Attenti però a non ricordarci come era veramente DEEJAY TV.

mercoledì, settembre 24, 2008

milano, o cara


pensavo di potercela fare, ma era falso. abbandono quindi a metà la lettura di "mai il mondo saprà" di Quirino Conti .bello, ma non è tempo per tutti quegli slittamenti proustiani. Eppure avrebbe funzionato magnificamente con la processione di corpi professionalmente belli in giro questa settimana, ma aspetta li che a un certo punto tornerò.

lunedì, settembre 22, 2008

clan


Infatuazione di GQ USA per il clan Apatow: sulla copertina di agosto Seth Rogen era il re della commedia, su quello di settembre James Franco è il nuovo James Dean.

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sabato, settembre 20, 2008

gomma



Era sempre stata a portata di mano, come ho fatto a pensarci solamente dopo avere letto una recensione dell'ultimo libro gum thief (tra l'altro niente male): la parentela tra la scrittura di Douglas Coupland e quella dei diari di Andy Warhol.

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sabato, agosto 23, 2008

rock of ages

martedì, agosto 19, 2008

my owner went to Berlin


and all I got was this lousy Jutta Koether and John Miller improvised noise gig

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lunedì, agosto 18, 2008

progresso

miss

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